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      Si distingue ancora nella città un’antica chiesa etiopica, che i fedeli dicevano essere stata fabbricata da Frumenzio, l’apostolo degli Abissini, e che ora è trasformata in moschea. Il luogo d’ancoraggio, il Sabaitikon degli antichi, è formato dal profondo canale che si estende tra la riva settentrionale dell’isola ed il continente: altre isolette lo difendono a greco dai venti che vengono dal largo. Il commercio dell’Abissinia coi mercanti stranieri, Greci, Baniani ed altri, stanziati a Massaua, si fa per mezzo delle carovane. Queste, che recano sopratutto le derrate preziose della terra dei Galla, caffè, oro, cera bianca, partono alla fine dell’inverno, in guisa che possano valicare il
     
      N. 52. – MASSAUA [vedi 052.png]
     
      Takkazè prima delle piene, e impiegano due o tre mesi a fare il viaggio; se ne ritornano alla fine di autunno, per ricominciare a primavera il loro viaggio annuale. Nel 1861 il valore degli scambi dell’Abissinia, compresi gli schiavi, nel porto di Massaua, era computato ad un milione di franchi; venti anni dopo, nel 1881, ammontava a 7 milioni. Le derrate vendute sono, per ordine d’importanza, pelli, burro, destinate per l’Arabia, e madreperla. L’esportazione dell’avorio è molto diminuita. I piantatori di Mayotte e delle Mascaregne importano muli che provengono dall’Abissinia(378).
      Ad oriente del golfo di Massaua, le grandi isole coralligene di Dahlak, le principali delle quali sono Dahlak e Nora, hanno perduta quasi tutta l’importanza commerciale che ebbero prima della dominazione turca; allora erano abitate da una popolazione cristiana di provenienza abissina, le cui cappelle veggonsi ancora; il dialetto usuale continua ad essere quello del Tigrè; ma molto corrotto(379). Ai dì nostri gli abitanti, tutti di religione musulmana, giungono a stento a mille e cinquecento, e non hanno altro mezzo di vivere, fuor della carne e del latte delle loro capre, che il prodotto della pesca: ogni anno mercanti baniani e persiani vengono a comprare la madreperla e le perle fine raccolte nelle baie circostanti; il mercato trovasi sulla costa orientale dell’isola maggiore, nel villaggio di Domolo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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