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      Tutti gli animali domestici servono al lavoro: cammelli, asini, tori e vacche sono attaccate di solito all’aratro, e, se mancano le bestie, l’uomo e le donne prendono il loro posto. D’altronde, non v’è indigeno il quale non possegga campi; anche i domestici e le serve hanno il loro pezzo di terra e dispongono di un numero di giorni sufficiente per coltivarla: il dominio pubblico, a disposizione di tutti, è abbastanza vasto perchè il lavoratore possa scegliere una nuova parcella di terreno, e sostituire così il suo dominio esaurito da una coltura prolungata; ma la rotazione dei campi si fa in generale in modo assai regolare attorno alle capanne sparpagliate, dove le famiglie hanno la loro dimora; là dove le colline hanno una più forte pendenza le si coltivano a terrazze sostenute da mura di pietre: il Bazen non indietreggia a fronte di qualunque lavoro. Pacifici lavoratori, occupati solamente a far fruttare il suolo, nè BazenBarea sono raggruppati in villaggi, essi non hanno punto ad occuparsi della difesa dei loro focolari se non nelle vicinanze immediate degli Etiopi e degli Arabi. Ma là essi prendono sovente l’offensiva: si riuniscono in piccole bande, vanno a saccheggiare i lontani villaggi, e scompaiono prima che si abbia avuto il tempo di segnalare il loro attacco, e che le tribù dei dintorni abbiano potuto prepararsi ad inseguirli e a tagliare loro la ritirata. Gli è con terrore che gli Abissini ed i Begia parlano dei Bazen e dei Barea, e di solito li dipingono come tribù di briganti(522). Questa riputazione vien loro dalla tattica adottata dalle due popolazioni di coltivatori: esse attaccano per meglio difendersi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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