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      Almqvist, che ha redatto una grammatica generale degli idiomi begia, riconosce quattro dialetti principali senza contare il gergo che si dilettano di parlare i cacciatori(532), probabilmente sotto l’impero della superstizione, comune in molti paesi, che certe parole abbiano potenza di fascinare gli animali. La lingua originaria parlata dagli Adendoa, dai Bisciarini e da una tribù di Beni-Amer è il beduino, bedauiè o begiavi, idioma che non è per nulla arabo, malgrado il suo nome, ma che per vari rispetti si approssima ai linguaggi semitici(533).
     
     
      TIPI E COSTUMI. — CADI’ DI CHARTUM E SCEICCO DEGLI HADENDOA. Disegno di Sirouy, da fotografie del signor R. Buchta. [vedi figura 389.png]
     
      I Begia, presi in massa e senza tener calcolo delle loro infinite varietà locali, stanno tra gli Africani più distinti per la bellezza del volto e l’eleganza delle forme: la maggior parte dei fanciulli sono mirabili per gentilezza e vivacità, e si incontrano frequentemente giovani donne, le quali sono modelli compiti per la regolarità dei lineamenti e la nobiltà della posa; in qualche famiglia dei capi Beni-Amer, che si fanno preparare dai loro schiavi vivande più scelte di quelle dei nomadi ordinarii, non sono rari gli esempi di obesità. I nobili hanno pure per la maggior parte una sfumatura di tinta molto più chiara di quella del popolo. Quasi tutti i Begia sono agili al corso, ciò che attribuiscono al loro nutrimento frugale, il quale consiste quasi unicamente in latte e farina; le loro braccia hanno una lunghezza straordinaria,


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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