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      Sotto certi riguardi, la donna è trattata con una indicibile crudeltà: i parenti sono costretti a far subire alle loro fanciulle terribili operazioni chirurgiche senza le quali bisognerebbe rinunciare a trovar loro un marito(534). Ma nel matrimonio la donna non è per nulla subordinata all’uomo. Quando le piace, può rientrare sotto la tenda materna e tocca al marito seguirvela; dopo la nascita di un bambino, essa ha il diritto di ripudiare suo marito, e questo deve farle un presente per essere di nuovo bene accolto. Se egli si permette un insulto, una parola grossolana, viene scacciato dalla tenda e non può rientrare in grazia se non offrendo una vacca od un cammello. Si citano donne le quali si fanno a cotesto modo regalare quanto possiede il marito e l’abbandonano dopo averlo completamente rovinato. In generale le donne begia, in ispecie quelle dei Beni-Amer, hanno un notevole spirito di solidarietà: quando una crede di aver da lagnarsi, tutte dividono la sua collera. In virtù dell’usanza femminile, la donna non deve manifestare affezione apparente per il marito: essa è tenuta a trattarlo con disprezzo, a dominarlo colla minaccia ed il rigore; se l’uomo accudisse agli affari di casa senza aver consultato sua moglie, l’offesa sarebbe ritenuta imperdonabile.
      Di frequente è d’uopo reclamare l’intervento del «garzone d’onore», che le sue funzioni di intermediario hanno reso il «fratello» della sposa, e i cui consigli sono sempre ascoltati con rispetto. Del resto, se i mariti hanno a lagnarsi del predominio delle loro mogli, e sovente delle loro violenze, gli è ad esse che appartiene realmente la supremazia per l’amore al lavoro, la fierezza, la coscienza della parola data.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





Beni-Amer