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      I mercanti di schiavi venuti dall’interno, si presentano come semplici viaggiatori, ma sono accompagnati da donne, da concubine, da domestici. Quando ritornano dall’Arabia a Suakin, essi non hanno più nè donne, nè servitori(561): il divorzio, la diserzione, o avvenimenti imprevisti li hanno sbarazzati delle loro famiglie e del seguito.
      La città, dominata da alcuni minareti, consiste in case di pietra, ornate di balconi e di musciarabie in legno, molto elegantemente intagliato; è una città cosmopolita, nella quale l’iniziativa commerciale appartiene sovratutto agli Arabi; Turchi, Hedarmeh o «gente dell’Hadramaut», vi s’incontrano con negozianti greci o maltesi e cogli occidentali. Ma la popolazione indigena, che abita le capanne di rami coperte di stuoie, se ne sta al di fuori dell’isola, nel sobborgo di El-Kef, assai più vasto che non la città stessa, riunito a Suakin da un ponte basso, d’una trentina di metri di lunghezza, e dal 1884 per mezzo di un viadotto di ferrovia. El-Kef orla delle sue capanne la spiaggia meridionale del bacino, in faccia a Suakin,
     
      SUAKIN. — VEDUTA GENERALE. Disegno di Slom, da una fotografia del signor C. Cotteau. [vedi figura 417.png]
     
      e si prolunga dai due lati sulla strada di Berbera. Gli Hadendoa, i quali popolano quel sobborgo, s’occupano del trasporto o del collocamento delle merci, di approvigionare la città di combustibili, carni, pollami, burro, legumi, acqua potabile; nell’inverno essi sono due volte più numerosi che non nell’estate, stagione durante la quale fanno pascolare i loro bestiami nelle alte montagne.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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