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      Di statura media e ben proporzionata, i Barabra hanno bello e largo il petto, gli avambracci e le gambe un po’ magri, meno però dei Beduini nomadi. Come i Begia ed i Fungi, hanno l’abitudine di farsi tre tagli obliqui su ciascuna gota, senza poter dare la ragione di cotesta cicatrice che non li distingue punto da gente di altra razza, negri o begia. Sotto pretesto di medicina, i Barabra sfigurano anche il loro bel corpo con ferite. Quando provano qualche dolore locale od un semplice malessere, il barbiere fa loro un taglio ed aspira col mezzo di un corno di vacca il sangue che sgorga dalla ferita; ma per evitare che questa si chiuda troppo presto, la si avviva con polveri eccitanti. Altre volte si fanno arroventare chiodi che si infiggono nelle carni per la testa o la punta, secondo la gravità del male(652).
      Una tunica, e sopra questo primo indumento, la lunga veste di tessuto turchino, come quella dei fellahini d’Egitto, coi sandali ed il berrettino di feltro, ecco il costume abituale dei Nubiani. Talvolta si coprono il capo con un turbante. Le armi sono proibite, ma vi sono pochi uomini che non abbiano al braccio sinistro, trattenuto da una correggia di cuoio, un coltello od un pugnale nascosto nella manica della veste. Nella parte meridionale della Nubia la maggioranza delle fanciulle portano ancora, in luogo di tuniche, dei rahad o cinture di frangie, ornate di perle, di conterie e di conchiglie. Quasi tutte le Nubiane, al nord ed al sud, hanno un anello in una narice, e si bucano il lobo dell’orecchio per infilarvi pezzi di legno bianco, in attesa che il marito sostituisca questi ornamenti con gioielli di metallo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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