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      La carta generale che essi stesero, alla scala del cento-millesimo, è anche rimasta, sotto ogni rapporto, la più completa che si possegga, specialmente per l’alto Egitto o Said. La carta meno grande che fece disegnare Linant di Bellefonds, direttore dei lavori pubblici in Egitto, è un altro prezioso documento; ma ad eccezione dei grandi tratti del paese, segnati dall’ossatura delle roccie che limitano le verdeggianti campagne, le linee del suolo cambiano di anno in anno, e una carta locale rilevata colla più gran cura durante la generazione precedente, sarebbe a un dipresso da rifarsi; da una parte le rive del Nilo sono corrose dalle onde, dall’altra si sono disposti bassi fondi, che i fellah hanno chiusi fra dighe e sottomessi all’aratro; canali ostruiti furono sostituiti con altre fosse d’irrigazione; strade, villaggi non sono più allo stesso posto, e portano nuovi nomi; le carte speciali fatte per il catasto dei grandi possedimenti dànno loro successivamente una fisonomia differente. I due deserti «arabico» e «libico», non sono ancora noti che per le reti degli itinerari di qualche viaggiatore, da una parte fra il Nilo ed i porti del mar Rosso, dall’altra nella direzione delle oasi. Sarebbe tempo che il paese dove Eratostene fece, or sono più di duemila anni, la prima misura di un arco del meridiano, avesse finalmente una serie di misure geodetiche, alle quali potessero riferirsi tutte le carte speciali.
      Ma la maggior parte degli esploratori dell’Egitto hanno studiato più la storia antica del popolo che la sua vita attuale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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