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      La parte del deserto libico più vicina alle oasi egiziane, rassomiglia a quella che è prossima alla valle del Nilo; alcuni greppi calcarei si alternano con file di dune e fratte; ma, allorchè si giunge nella regione dei grès quarzosi, ogni resto di vegetazione scompare; non si scorgono più che sabbie e strati di grès alternati e filari di pietre di un minerale ricchissimo di ferro. Il terreno si innalza man mano nella direzione dell’ovest, e verso la zona di contatto tra i calcari ed i grès l’altitudine dell’altipiano è di 440 metri. Colà incomincia l’oceano di sabbia che continua verso il Fezzan sino a distanze ignote; al nord, verso l’oasi di Siuah, non vi sono meno di 400 chilometri. Le enormi dune prodotte dal disaggregarsi degli strati di grès hanno in media 100 metri di altezza e quindi oltrepasserebbero le più alte colline mobili di Europa; alcune creste avrebbero persino un’altezza di 150 metri(710). Orientate dal sud al nord o dal sud-sud-est al nord-nord-ovest, perpendicolarmente ai venti polari, le file di sabbia si succedono come le onde del mare sotto il soffio regolare degli alizei; le dune secondarie, paragonabili ai coni avventizi nati sulle falde dell’Etna, sono formate dai venti irregolari e si dispongono attraverso od obliquamente alle file normali. Sul fondo degli stagni, tra due dighe parallele, il cammino è abbastanza facile, ma diventa singolarmente penoso sul pendio delle sabbie mobili. Nessuna sorgente sgorga al piede delle dune; si è là nella regione della morte, ed i viaggiatori stessi, camminando in silenzio nella polvere, appaiono gli uni agli altri tanti fantasmi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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