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      Un insetto egiziano ha preso nella storia dei miti il senso simbolico della creazione e della rinnovazione, è l’ateuchus sacer, o scarabeo sacro. Immagine del sole e di tutti i corpi celesti per la sua forma globulare, crea anche un mondo, un microcosmo d’argilla, nella quale deposita le sue uova, e, senza un minuto di riposo fa rotolare questo globo dalla spiaggia del fiume al limite del deserto, dove lo seppellisce nella sabbia. Esso muore subito dopo avere finita la sua opera; ma, appena schiusi, i nuovi scarabei ripigliano il loro lavoro di creazione. Pare che l’insetto sacro abbia indietreggiato verso il sud, a mo’ di tante altre specie vegetali ed animali dell’Egitto; molto comuni in Nubia, non se ne scorgono più a valle di Assuan che raramente; però il signor Maspero ne ha veduto un certo numero a Saqqarah. La causa della scarsità dello scarabeo nell’alto Egitto deve forse attribuirsi al troppo vasto spazio di coltivazioni che separa in tanti luoghi la riva del Nilo e il limitare del deserto; in Nubia, la distanza che devono percorrere gli scarabei, rotolando il loro prezioso carico, è per solito molto minore(740). Le madri cofte appendono spesso al collo dei loro bimbi ammalati un cencio od un guscio di noce con dentro uno scarabeo vivo(741).
     
      Gli Egiziani odierni, discendenti dei Retu, rassomigliano moltissimo ai loro antenati, quantunque da quattromila anni in qua molti elementi stranieri si siano frammisti agli abitanti aborigeni, almeno nel delta e nell’Egitto medio: il tipo primitivo si trova dovunque, malgrado il miscuglio del sangue.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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