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      L’Egitto classico comincia alla prima cateratta, dove le barche della Nubia vengono a scaricare la gomma, l’avorio, l’ebano sulla spiaggia di Mahatta, all’ombra dei sicomori e delle palme. In faccia a questo borgo della riva destra, il fiume è ancora unito come un lago, ma verso il nord si vedono di già le rupi nere, fra le quali serpeggiano i ruscelli spumanti delle rapide. Prima di inoltrarsi nel dedalo delle cascate, le acque lente bagnano un arcipelago di isole ondeggianti, una delle quali è la celebre File, l’Ilak degli Egiziani, l’isola santa dove il sepolcro di Osiride fu trasferito da Abido: di tutti i giuramenti il più terribile era quello che si giurava «per Osiride che è a File». L’isola è piccola, ha meno di un chilometro
     
      N. 96. — GRANDE STRADA INTERNAZIONALE DELL’ANTICO MONDO. [vedi 096.png]
     
      di circonferenza, ma si sviluppa in un grazioso ovale, e nessun monumento dell’Egitto è più bello del chiosco della riva orientale, le cui colonne, svelte, a capitelli in forma di fiori, rivaleggiano d’eleganza coi fusti delle palme che l’attorniano: quest’edificio egiziano del tempo di Tiberio è quello che la pittura ha maggiormente riprodotto; non reca nè rilievo, nè scritto, ma ricorda la forma dell’Erecteon di Atene e la posizione è incantevole(792). Gli altri monumenti dell’isola, templi di Iside ricostrutti dopo la conquista dell’Egitto da Alessandro, sono più degni di nota per le loro iscrizioni che per la loro architettura; sulle colonne si vedono ancora pitture perfettamente conservate.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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