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      Non senza fatica e neppure senza pericolo la scoperta fu compiuta, perchè anche nella stessa opera della scienza bisogna contare con rivali gelosi; ma i risultati che si ottennero furono immensi. Lo sgombro del Serapeo ha messo a giorno settemila documenti, i più preziosi dei quali sono collocati al Louvre od al museo di Bulaq, e ci procurò una serie di iscrizioni cronologiche, colle quali Mariette ha potuto risalire con certezza sino all’anno 980 dell’êra antica. Le necropoli di Saqqarah hanno pure fornito a Mariette e a diversi esploratori oggetti del massimo valore, fra i quali la «tavola di Saqqarah», recante una serie di re, e la statua dello scriba, così minuzioso, coll’occhio fatto in cristallo di rocca che si conserva ora al museo del Louvre. Una delle tombe, quella di Ti, che il signor Rougè chiama la «meraviglia di Saqqarah», forma un vero idillio, con una serie di quadri graziosi, raffiguranti i paesaggi, i lavori ed i piaceri della campagna. Una delle scene porta nell’iscrizione queste parole che riassumono la storia di Ti: «Quando lavora, l’uomo resta pieno di dolcezza ed io sono tale»(831).
      Le piramidi che terminano al nord la serie delle tombe reali, sono quelle che hanno ricevuto il nome di Gizeh, dal villaggio della riva sinistra del Nilo, prospiciente il vecchio Cairo. Codesti monumenti simboleggiano tutto il paese d’Egitto: le tre masse enormi, vigilanti sulla verdeggiante campagna e sul fiume tortuoso, sono l’immagine evocata dal nome stesso della contrada.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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