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      Si possono seguire senza alcuna paura, nelle stradicciuole più tortuose, le gaie processioni degli sponsali ed i funebri dei seppellimenti. Le grandi cerimonie religiose, che i cristiani una volta non potevano guardare se non da lungi, oppure ponendosi vicini ai dignitari, sotto la protezione dei gendarmi e dei soldati, hanno perduto gran parte della loro primitiva solennità, e talune parti dell’antico programma sono ormai vietate. Si sa che la maggior festa locale è quella del «taglio», che fa entrare le acque benefattrici del fiume nei canali della città, e che le solennità religiose per eccellenza sono quelle della partenza e dell’arrivo dei pellegrini della Mecca. La festa della partenza, detta del «tappeto» dagli Europei, è il mahmal. Un cammello, ornato di gualdrappe ricamate, di pennacchi, di metalli brillanti, porta una lettiga sontuosa contenente il regalo del chedive alla Kaaba della Mecca: musici, soldati lo precedono, e dietro viene la folla dei pellegrini di ogni razza e di ogni colore. Al ritorno della santa carovana, si celebra l’anniversario della nascita del Profeta, e i dervis, le psille, i fachiri e gli indovini diventano padroni della città; mai si ha migliore occasione per studiare la popolazione multicolore del Cairo; ogni labirinto di stradicciuole, ogni stamberga o tana riversa la sua popolazione, Arabi, Negri, Abissini, Begia, Somali, sulle pubbliche piazze o sul gran campo della festa presso Bulaq, dove lo sceicco dei dervis passa a cavallo sopra un letto di corpi umani.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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