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      Parrà temeraria. Ma chi mira a scoprire non cerca appunto l’intentato? (901) In siffatta impresa era ben facile prevedere ostacoli maggiori d’ogni virtù d’animo e di corpo e d’ogni avvedimento di prudenza e d’esperienza. Trattavasi di misurare passo passo uno spazio pauroso, dove appena si incontravano radi nomi di tribù e lievi segni di monti incerti e di più incerti fiumi; di sfidare una selva di tribù ignote e di uomini più fieri delle fiere e più inesorabili del deserto. Certo il solo osare di affrontare il tema gravissimo era una gloria, fuor della quale ne ebbimo un’altra sola, quella tragica delle necrologie».
      Già per trentacinque anni il reverendo Massaja aveva rette in quei paesi etiopici faticose missioni, quasi a raccogliervi e ravvivarvi gli antichi scampoli di tradizioni civili e cristiane, lasciandovi fama non peritura di eroe evangelico. Ma tra genti che della religione antica appena serbarono una studiosa sollecitudine delle forme, e una insanabile gelosia delle primazie gerarchiche, poco potè la carità redentrice, che pur trova nello spirito e nell’intelletto d’amore le cristiane conciliazioni. I popoli stessi della meridionale Etiopia preferivano di accogliere, come promessa d’impero e di vendetta, la religione del cammelliere della Mecca, ascoltando i santoni fanatici, inebbriati d’odio concorde. Altri ostacoli trattennero o colpirono le imprese degli Italiani, che nel Massaja e nei suoi forti veneravano modesti ed utili precursori, specie l’anarchia feudale dell’Abissinia e la barbarie implacabile delle tribù litoranee.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume X parte I - L'Africa settentrionale
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1887 pagine 1017

   





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