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      Poi vennero i primi uomini, nati, secondo gli antichi, "dai tronchi delle dure quercie", certo dopo gli altri animali, dai quali l'uomo, fattosi vigoroso e ben proporzionato, ognor più si differenziò, reggendosi sulle estremità inferiori, contemplando il cielo e la natura, rendendosene padrone. Abitarono per secoli le grotte e le caverne, o si ricoverarono nelle palafitte dei laghi, nudi, nel silenzio delle vergini foreste, vivendo di pesca e di caccia, conoscendo dopo molti secoli il fuoco ed il sale, poi le armi di metallo, le zattere e i remi, ma vieppiù adattandosi all'ambiente, ad un ambiente, salvo in casi eccezionalissimi di terremoti ed eruzioni vulcaniche, ormai adatto alla vita sociale e civile.
      L'Italia, a paragone della Grecia che è tutta bizzarramente frastagliata e sminuzzata nei frantumi di isole che le fanno corona e ne costituiscono la più marittima fra le terre d'Europa, presenta una grande sobrietà di linee, inferiore tuttavia a quelle della penisola iberica, che è perciò assai più massiccia e continentale. Le montagne si prolungano in catene più regolari, che nulla hanno di paragonabile al labirinto dei Balcani e dei monti della Grecia settentrionale; le sue coste non hanno le profonde e numerose insenature, i capi e i promontorii quasi innumerevoli, e più spesso e lungamente si distendono in paludi e maremme, dove tuttodì l'opera dell'uomo è alle prese con la natura ben altrimenti non avvenisse delle paludi prosciugate da Ercole. L'Italia non ha arcipelaghi numerosi e vasti che si possano paragonare alle Cicladi, e le isole che ne dipendono e sono quasi frammenti di essa, hanno, come la penisola, contorni poco meno che geometrici, per cui si paragonano a un triangolo la Sicilia, a un rettangolo la Sardegna, a un'ellisse la Corsica, ed hanno tutte tre aspetto di piccoli continenti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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