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      Ben riconosce anche Vittorio Novarese, che le cause di queste denominazioni non sono puramente storiche ed anzi il loro principale fondamento è un fatto geografico. La massa alpina è smembrata da numerose valli più o meno ampie, occupate talvolta presso il loro sbocco nella pianura da vasti laghi, e percorse tutte da fiumi pieni, rapidi, gagliardi, che scendono a fecondare il piano, non a devastarlo, come accade di molti corsi d'acqua apenninici. Valli, laghi e fiumi collegano così intimamente la pianura colla montagna, e facilitano tanto le relazioni e le comunicazioni dell'una coll'altra, che entrambe sono strette da un rapporto di mutua dipendenza, il quale è stato fattore importantissimo delle vicende storiche ed è tanto evidente ed esplicito da non sfuggire agli occhi del popolo che perciò lo ha consacrato nel suo linguaggio. Tutti i terreni di trasporto che costituiscono la parte di pianura padana compresa fra le Alpi ed il Po, siano essi di origine alluvionale o di origine morenica, si sono formati in tempi geologici molto recenti, durante i quali le Alpi avevano già una topografia, se non identica, certo pochissimo diversa dalla presente; per cui sono costituiti da materiali esclusivamente alpini, depositi degli stessi agenti geodinamici, che sebbene con gagliardia ed estensione diverse vediamo tuttora attivi. Perciò se la pianura piemontese, la lombarda e la veneta si distinguono ciascuna rispettivamente dalle altre per particolari caratteri morfologici, per la costituzione del suolo e fino ad un certo punto anche per l'idrografia, tali differenze si spiegano essenzialmente colla diversa configurazione e natura litologica dei monti dai quali provengono ora i fiumi che la solcano, ed in un tempo non remoto scendevano i ghiacciai, che hanno costruito fra la pianura alluvionale e la montagna i loro apparati morenici.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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