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      I primi bacini d'acqua che meritano il nome di laghi si trovano soltanto nel basso Piemonte, in mezzo alle campagne che si stendono sulle rive della Dora Baltea. All'ovest di questo fiume, il piccolo bacino di Candia è quasi una goccia lasciata, in fondo ad un vaso, in confronto del mare interno che si vuotò quando la Dora si aperse una breccia attraverso l'emiciclo delle grandi morene che costituiva la diga meridionale del serbatoio. La estensione d'acque rappresentate sulla Tavola di Peutinger sotto il nome di lacus Clivius, occupava allora un spazio di parecchie centinaia di chilometri quadrati. La Dora, che traversa attualmente la pianura nella direzione da nord a sud, sfuggiva una volta dal lago molto più all'est, sopra il terreno poco elevato che limita al sud il laghetto di Viverone o d'Azeglio. Una pianura tuttora designata sotto il nome di "Dora morta" attesta gl'importanti mutamenti effettuatisi nella geografia di quella parte del Piemonte. Secondo le cronache, l'ultima fase di cotesta rivoluzione nel regime della Dora si sarebbe compiuta durante il secolo decimoquarto; in quell'epoca le campagne d'Azeglio, d'Albiano, di Strambino, ancora sparse di torbiere e di stagni, sarebbero emerse dalle acque. Tuttavia E. Levasseur ha calcolato esistano sulle Alpi intorno a 5000 laghi, di poco men di un chilometro quadrato l'uno nella media, ed i professori Giovanni De Agostini, O. Marinelli, ed altri, che si sono proposti di studiarli, ci hanno già dato dei principali esatte notizie.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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