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      A ciò aveva contribuito in più remoti secoli e tuttora contribuisce, sebbene in minori proporzioni, l'opera degli agenti naturali. Tutta la pianura del Piemonte e della Lombardia, ad eccezione delle colline isolate che sorgono qua e là, e di rari lembi di depositi marini sulle falde di esse, è formata di detriti portati dai torrenti; di questo suolo alluvionale non si conosce ancora la profondità, perchè i vari assaggi praticati in codesti ammassi non poterono mai raggiungere la roccia solida. Supponendo che il declivio delle Alpi e quello degli Apennini continuino uniformemente sotto la pianura, il fondo del prodigioso ammasso di ghiaie si troverebbe a 120 metri sotto la superficie presente. La massa dei detriti staccati dai fianchi delle Alpi dai torrenti, dalle valanghe, dai ghiacciai avrebbe un volume non minore dei grandi sistemi di montagne e ancora bisognerebbe aggiungere le quantità enormi di materie che sono andate a depositarsi nel fondo del mare. L'opera di questi agenti geologici, che modificano tanto le diverse proporzioni delle terre e dei mari, è visibile in tutta la pianura del Po, ma specialmente nella sua parte orientale. I mutamenti apportati dai fiumi e dai torrenti alla forma esterna del pianeta sono abbastanza rapidi, perchè possiamo esserne diretti testimoni anche durante il breve spazio delle storie umane. Nessuna regione d'Europa, ad eccezione dell'Olanda, è stata modificata dall'azione delle acque in modo più radicale e con maggior frequenza dell'Italia settentrionale.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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