Pagina (127/794)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      (48) Invano si tenterebbe di valutare l'immensa quantità di lavoro rappresentata dalla rete di canali d'irrigazione, dalla manutenzione degli argini, dei fossati, delle strade, dallo spianamento dei campi, dalla trasformazione di tutti i declivi coltivati delle montagne in terrazze o ronchi di perfetta regolarità; gli enormi spostamenti di terreni di cui può menar vanto l'industria moderna, per la costruzione delle ferrovie, sono poca cosa a paragone degli scaglioni di colture fatti dai paesani, simili a scale di giganti, tutt'intorno alle colline, ed alla base di quasi tutti i monti che cingono la valle del Po. Il sistema di coltura adottato richiede inoltre un lavoro continuo, perchè il contadino non sempre si serve dell'aratro di ferro, ma spesso adopera faticosamente la "vanga dal filo d'oro": il suo lavoro è piuttosto quello del giardiniere che dell'agricoltore propriamente detto. In tal guisa si spiega la quantità dei prodotti forniti dalla gran pianura, cereali, erbe da foraggio, foglie di gelso e bozzoli, legumi e frutta, burro e formaggio.
      È stato notato che sono più fertili i terreni in vicinanza dei colli, per il vantaggio che loro reca il riverbero dei raggi solari, pel terriccio che cade dai monti, pel clima propizio. I cereali maggiormente coltivati sono il frumento, il granoturco, il riso ed altri minori; la rapida applicazione di tutti i trovati della scienza accresce ogni anno il prodotto medio per ettaro: il Piemonte, con una parte della Lombardia e del Veneto, è quasi la sola contrada in Europa, che possiede la coltura semitropicale del riso, introdotta in principio del secolo decimosesto.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





Invano Piemonte Lombardia Veneto Europa