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      Non è molto ampia invece la superficie coltivata a legumi, mentre le patate diedero nel 1896 ben 600,000 quintali, cioè circa 33 per ettaro.(49) Massima importanza ha la vite, che trova in questa regione clima e terreno appropriati per prosperare e dare ottimi prodotti, e perciò vi è molto diffusa, tenuta quando a basso fusto, come nelle provincie di Cuneo, Alessandria, e Torino, nelle quali si sostiene con pali secchi o anche con canne, quando a fusto alto, maritata ad alberi viventi (specie ciliege), come nella parte piana della provincia di Novara; anche in questa provincia però predomina il sistema di tenere la vite bassa.
      Il Piemonte è adunque immensamente viticolo; la preziosa ampelidea vi fruttifica sino a 500 metri sul livello del mare e in qualche punto si spinge fino a 750, come nelle colline delle Langhe, e anche sino a 800 e 900 metri, come nelle montagne presso Ormea, ed a Chiomonte nella valle della Dora Riparia. Le parti più intensamente vitate del Piemonte dove anche si raccolgono i migliori prodotti sono quelle di collina e quella di montagna. Appartengono alla prima tutte le colline, che da Torino (per Chieri, Asti e Casale) si stendono fino oltre Valenza e quelle altre che si congiungono all'Apennino per le valli dell'Orba, della Bormida e del Tanaro, formanti l'alto Monferrato e le Langhe. Tutti questi terreni appartengono al terziario e comprendono gli orizzonti geologici dall'eocene al pliocene più recente o superiore. Sono invece della parte montuosa, riattaccandosi poi, a seconda del luogo, alle formazioni alpine od apenniniche, tutti i contrafforti e le pendici più basse di dette catene di montagne verso la pianura, nonchè tutte le serie di morene che si stendono ai piedi di esse, specialmente all'aprirsi delle grandi valli alpine.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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