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      Nè mancano fabbriche di ombrelli, di guanti, di spazzole e pennelli, di bottoni, di busti, di stuoie, ed orafi valenti, specie a Valenza.
      Ma più che altrove, il Piemonte primeggia nelle grandi industrie tessili del cotone, della lana, della seta.(55) Per la filatura del cotone, la provincia di Torino tiene il primo posto, con oltre duecentomila fusi, quanti non ne hanno insieme le altre tre provincie, impiegando fra tutte da sette ad ottomila operai. Invece Novara ha il primato nella tessitura, con seimila operai, mentre in tutto il Piemonte ammontano a circa undicimila. E così per la lana, dove neppur da lontano si possono paragonare le altre provincie e nessuna d'Italia all'industriosissimo circondario di Biella, che impiega, intorno a 90,000 fusi, più di ottomila operai. La provincia di Cuneo, a sua volta, ha il primato nella trattura della seta, con 57 opifici e 3730 operai, mentre le altre tre insieme ne hanno 87 con 8200; ma nella torcitura riprende il primato Torino, Cuneo la segue, e a gran distanza le altre due, contandosi in tutto il Piemonte 69 opifici, con 200,000 fusi e 8000 operai. La tessitura della seta, la cardatura e filatura dei cascami non hanno una importanza così grande, impiegando insieme 2500 operai, sebbene se ne traggano prodotti da gareggiare con la Francia. S'aggiunga che la tessitura del cotone, della lana, e più, quelle del lino, della canapa e d'altri tessili sono ancora assai diffuse nelle famiglie, se nel 1890 si contavano ancora 12,500 telai a mano.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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