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      L'acqua salsa, nella quale quegli animali vivevano, dovette un po' alla volta esaurirsi in causa dell'avanzarsi dei ghiacciai, ed alla fine i bacini di quei fiordi si trovarono colmi quasi totalmente, e nella sola porzione rimanente degli antichi bracci di mare rimasero allora alcuni piccoli serbatoi d'acqua dolce fra le pareti delle montagne e la massa invadente dei ghiacci. In quell'epoca, le morene, i detriti dei ghiacciai, le alluvioni recate dai torrenti compirono la rivoluzione geologica e quando, in seguito ad un nuovo cambiamento, le acque dei laghi ripresero il loro impero, tutto era mutato.
     
      La Lombardia, con le finitime Alpi italiane della Svizzera e del Trentino occidentale, è, come pochi, il paese dei laghi. Oltre all'avere in comune col Piemonte il lago Maggiore, colla Venezia e col Trentino il lago di Garda, con la Svizzera il lago di Lugano, sono tutti suoi il lago di Como, quello d'Iseo, quello di Varese, e infiniti altri minori, nascosti fra le Alpi, raccolti a mezza costa, sparsi nel piano. Quasi tutti accolgono alle falde delle montagne le piene precipitose che i disgeli e le pioggie chiamano dalle riposte valli, e porgono le acque rallentate e chiare ai successivi fiumi, le cui limpide correnti, quasi nulla apportando e sempre togliendo, poterono scavarsi il letto sotto il livello della pianura.
      Continuano, invece, come già sappiamo del lago Maggiore, gli interrimenti dei laghi. Il suo rivale di bellezza, il lago di Como, dappoichè sbocca lateralmente nella cavità lacustre, è, come il Ticino, un indefesso lavoratore.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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