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      Si dice che durante il secolo presente codesti spazi coperti di brughiere siano diventati più sterili di quanto erano una volta. Per una ragione ancora ignota ai geologi le aves od acque di filtrazione che colano nelle profondità attraverso le ghiaie erratiche si sono abbassate, rimanendo per tal modo priva la superficie di ogni umidità.
      Per far scomparire queste lande, ultime vestigie dello stato primitivo, gli ingegneri propongono di derivare direttamente dai grandi laghi alpini la quantità d'acqua necessaria all'irrigazione dei terreni di brughiera. Essi vorrebbero così impiegare utilmente tutta la massa liquida che ora si perde nell'atmosfera o nel golfo Adriatico. Si è calcolato che la superficie del suolo irrigato nella valle del Po è di circa 13,000 chilometri quadrati e che viene impiegata per la fecondazione dei terreni una quantità d'acqua corrispondente a circa 1200 metri cubi al secondo. Per tal modo le irrigazioni scemano circa d'un terzo la portata media del fiume; ma è appena un principio, e presto o tardi, questo gran corso d'acqua, i cui straripamenti e le cui alluvioni hanno un posto così importante nell'economia della contrada, a mezzo d'altre derivazioni, sarà ridotto alla proporzione di un modesto fiume.
      Anche la Lombardia è ricca d'acque salubri, ed ha luoghi di bagni e di cure assai frequentati, specie nella Valtellina. Ivi si trovano, infatti, le acque-salino minerali del Masino, che si chiamarono "Bagni delle signore" quando illustri dame, specie da Milano, sui pigri barchetti o a dorso di mulo, andavano alla cura nell'unica baracca di legno, che sino al 1832 offriva un ricovero sacro a Lucina: oggi vi si fanno altre cure, specie d'aria, di latte, od anche solo di una pace senza l'eguale, nel delizioso soggiorno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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