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      In poche città, nota G. Marinelli, "s'incontra così spiccata la legge dei contrasti, vale a dire nelle sue genti un senso di altissimo patriottismo nazionale e di particolarismo municipale; uno spirito d'ordinario tollerante, conservatore in politica come in religione, e in pari tempo capace delle più terribili e selvagge, anche delle più sante ribellioni; per indole critico e discorde, ma ed insieme anche atto nei supremi momenti a una assoluta concordia, così all'apparenza bonario e all'occorenza fiero; disposto ad assecondare le necessità pratiche della vita quotidiana, ma anche a sacrificarsi ai più elevati ideali, a conciliare le abitudini della più fervida e febbrile operosità con quelle della vita gaudente ed epicurea, la maggiore serietà di propositi e di obbiettivi col bisogno del teatrale e dello spettacoloso, il culto dell'arte e della scienza, con una indifferenza tra sentita ed affettata per il teorico e per l'accademico, quello delle memorie d'un passato glorioso, con l'adorazione e la viva coscienza del presente".
     
     
      ARCO DELLA PACE.
      [vedi figura 244.png]
     
      Fondata probabilmente dai primi Galli insubri, sostituita da un campo romano e cinta di mura dalla repubblica, crebbe la città magnifica durante l'impero, quando Ausonio ne cantava le splendide terme di cui oggi si additano gli avanzi, i soli sopravvissuti a tutti i tormenti del ferro dei barbari, nelle colonne di San Lorenzo. Le sue mura riparate dall'arcivescovo Ansperto, con le cento torri iperboliche e le nove porte, furono cantate in barbaro latino da altri poeti ed abbattute non dalla leggendaria furia di Barbarossa, ma dagli edili spagnuoli che portarono ad 8 chil. q. la superficie della città. Il rinnovamento edilizio proseguì specialmente nell'età moderna che creò la galleria Vittorio Emanuele per molti anni unica in Europa, ridusse a magnifica passeggiata i bastioni, demolì le odiate fortificazioni del Castello, ridusse a grandioso e splendido quartiere moderno il deserto Foro Bonaparte, ed in tutta la città allargò strade, incanalò le acque piovane, soppresse le povere lobbie, interrò e coprì le luride cantarane e dovunque diffuse aria, luce, pulizia, movimento.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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