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      La strada d'Alemagna che avrebbe dovuto attraversare Belluno, passa invece ad oriente, a Ponte delle Alpi, e tocca Longarone, bella borgata, con case signorili e seghe importanti. Ivi presso sbocca la valle di Zoldo, celebre altrettanto per le stupende vedute, le fresche acque, le piccole industrie del ferro cui si dedicano i suoi abitanti, che per le miniere, i boschi, e le devastazioni terribili del Mae che l'attraversa e talora appena lascia il posto alla moderna strada; in una frazione di Forno di Zoldo è nato e si ricorda il Brustolon. Il Cadore propriamente detto comprende i due distretti di Pieve ed Auronzo. I loro comuni, ad eccezione di Sappada, aggregato da ultimo al distretto di Auronzo, si ressero con proprie leggi, sotto la protezione della Repubblica veneta, sino alla caduta di questa.(193) A Pieve fu inaugurato nel 1889 un monumento a Tiziano; cinque anni prima, nell'anniversario del combattimento di Treponti, ne era stato innalzato un altro a Fortunato Calvi. Le chiese e il palazzo del comune, il museo, alcune case antiche sono degne di ammirazione e contengono pregevoli opere d'arte. San Vito di Cadore, tra il Pelmo e l'Antelao, è soggiorno alpino amenissimo; ivi, come a Barca, alla Chiusa ed altrove, si combatterono memorabili battaglie, e precipitarono più volte frane e valanghe a seppellire gli abitanti. Il più grosso comune del Cadore è Auronzo, paese antichissimo, che è andato sostituendo, alle case di legno coi ballatoi affumicati, belle case moderne.(194) All'estremità del Cadore, il Comelico costituisce una caratteristica e ridente isola alpina,(195) formata dalla valle superiore del Piave e da quella del Padolo, con cinque comuni suddivisi in 25 villaggi quasi tutti nascosti tra i boschi, con pochi campi d'orzo, di fave, di patate: bellissima fra tutte è la valle Visdenda, che vorrebbe dire appunto degna di essere veduta, ma sorprendenti sono anche più le alpestri bellezze dell'altipiano di Sappada, dove abita una gente d'antica origine tedesca, buona, frugale, con pascoli ricchissimi e boschi che alimentano non solo seghe e cartiere, ma altresì alcune piccole industrie alpine di cui fu raccolto nel comune un piccolo, ma interessante museo campionario.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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