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      La destra, come la sinistra pianura padana possedeno un miscuglio di forme vegetali appartenente ad altre regioni, una transizione tra la regione mediterranea e le zone forestali dell'Europa centrale. L'esposizione nordica delle valli dell'Emilia fa sì che, ad onta della più bassa latitudine, vi si trovano meno che in molte valli e pendici delle Alpi il fico, il melagrane, l'alloro, il cipresso, e la vite stessa in alcuni inverni assai rigidi gela sino al piede; rari sono gli agrumi e appena troviamo qualche olivo sporadico, tra frequenti ginestroni, avornielli e scope. In complesso, allignano nell'Emilia tanto le piante nordiche, quanto le mediterranee, purchè siano suscettibili di un certo adattamento climatico, rimanendovi però assolutamente prevalente la vegetazione arborescente a foglie caduche della regione montana inferiore.
      La flora delle valli e delle paludi è l'unica formazione vegetale spontanea sulla destra, come sulla sinistra del Po; essa comprende circa 60 specie di piante acquatiche, e 140 di palustri. Le valli, vaste estensioni di terreno sommerso nell'inverno e non di rado asciutto nell'estate, accolgono giunchi, carici, schiancie dalle lunghe foglie, ombrellifere e litiane, valeriane, giaggioli palustri, talora commisti a salici, pioppi, ontani, piantati in queste valli o lunghesso le vie a filari interminabili, e, come nelle valli venete, l'industria utilizza la canna, i giunchi, i necchi, i carici e gli stessi rami del salice. Nella Romagna e nelle provincie di Ferrara e Bologna cresce, meglio che in qualsiasi altra parte d'Italia, la canapa ed è, come vedremo, una delle più proficue colture.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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