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      Anche la città di Modena fu a lungo capitale di un ducato per cui i suoi sovrani ne ampliarono le vie, ricostruirono grandiosi edifici e un palazzo ducale veramente sontuoso. La città possiede pure splendidi templi e bellissimi edifici chiusi nel pentagono delle mura ridotte in parte a pubblico passeggio. La sua cattedrale fu consacrata nel 1184 da papa Lucio III ed è piena di sarcofaghi e di preziose opere d'arte; il campanile, volgarmente detto la Ghirlandina, alto 102 metri, è tutto incrostato di bianchi marmi. Dalla pietra che le sta davanti si tenevano in antico le arringhe al popolo e nel suo interno si conservava il bigoncioletto di legno cerchiato di ferro in cui la leggenda ravvisa la Secchia rapita dai Modenesi ai Bolognesi e cantata da Alessandro Tassoni. San Pietro è forse un antico tempio di Giove, Sant'Agostino ha pitture e sculture di gran pregio di cui trovansi, del resto, preziosi saggi nelle minori chiese. Sebbene al tempo dei Romani fosse celebrata da Cicerone come firmissima et splendidissima colonia, Modena parve più tardi a Sant'Ambrogio tanto spopolata da meritare appena il nome di città. Nel medio evo rifiorì novellamente, sebbene teatro alle continue lotte dei Guelfi e dei Ghibellini, cui pose fine soltanto il dominio Estense. Nel 1452 Bono d'Este fu creato duca di Modena dall'imperatore Federico III; la dinastia durò fino ad Ercole III che nel 1803, per mezzo della figliuola, trasmise il ducato a Francesco IV, ristaurato dalle baionette austriache, sulle quali egli e il figliuolo appoggiarono la loro tirannide fino al 1859. Il palazzo ducale, costruito nel 1534, serve ora alla scuola militare; contiene una pinacoteca nella quale si ammirano quadri di quasi tutti i più illustri maestri italiani.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
Volume V - Parte seconda - L'Italia
di Elisée Reclus
Società Editrice Libraria Milano
1902 pagine 794

   





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