Nei villaggi e negli accampamenti del Barca, gli animali domestici sono gli stessi che nella Mauritania: muli, asini, montoni, capre e bestie cornute. I cavalli non appartengono più alla nobile razza celebrata da Pindaro mentre cantava la Cirenaica «dai bei corsieri»: quelli d'ora sono piccoli, tozzi, sgraziati, ma hanno gambe robuste e resistono benissimo alla fatica.
     
     
      Il paese di Barca è interamente popolato da Arabi, che, sebbene mescolati, si dicono di razza pura e parlano la lingua del profeta con forme egiziane, miste di mongrebino. L'aspetto fisico degli abitanti non indica veruna traccia di derivazione greca o romana, e sono poi troppo vicini agli Arabi per poterli ritenere con sicurezza appartenenti al tipo berbero e non sia difficile in una popolazione così mista determinarne le differenze di sangue. Nelle città, Derna, Bengazi, dove prevale l'influenza del commercio, i costumi differiscono poco da quelli degli Arabi egiziani e le donne escono velate; gli abitanti si uniscono secondo i mestieri e le professioni, non secondo la tribù di origine. Nella campagna poi gli ailet, come si chiamano le tribù della Cirenaica, occupano territori distinti. Gli Aulad-Ali della Libia egiziana si distendono ad ovest sulle montagne di Barca e possedono vasti terreni di pascoli; essi tengono il posto degli antichi Marmaridi che diedero il loro nome al paese sotto i Tolomei e che, più tardi, seguirono il movimento generale di emigrazione da oriente ad occidente(26). Gli Zuiya percorrono i luoghi dell'altipiano vicini a Derna e ridiscendono a sud fino nel Barca Bianco, a mezzogiorno di Bengazi; gli Abeidat, più numerosi, popolano, a fianco dei Beraga, degli Hassa, dei Dorsa, le regioni del Giebel Acdar poste ad est e ad ovest di Cirene; gli Ecteh vivono nella parte occidentale della catena, sopra Bengazi, sicchè immediatamente a nord ed a sud s'innalzano gli accampamenti dei Bragta e d'altre frazioni di Auaghir, la qual ultima tribù è la più possente: si afferma che i diversi clans di questo ailet possano in tempo di guerra mettere in campo 10,000 fanti e 1000 cavalieri.