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      Gli Harabi, i Mogarba e altre tribù meno importanti abitano i luoghi inferiori compresi fra le montagne di Barca e il deserto. Questi Arabi della Libia amano tingersi di antimonio il petto, le mani, la faccia; le donne non escono mai velate, si anneriscono col koheul il labbro inferiore e s'intonacano con lo stesso le occhiaie; uomini e donne si avvolgono nel hauli, specie di toga chiamata dagli Europei «baracan». Le donne della Cirenaica sono belle da giovani, ma in proporzione più piccole degli uomini. La vivanda nazionale è la basina, una specie di minestra d'orzo. Nel 1874 fra gli Arabi di Merdi, cioè nell'antico Barca, scoppiò la peste; la Cirenaica sarebbe dunque, con le montagne della Persia occidentale e quelle d'Assiria in Arabia, uno dei tre luoghi in cui ebbe origine la peste bubbonica(27).
      Dalla metà di questo secolo gli Arabi del Barca fecero un notevole progresso nella coltura materiale ed anche morale, progresso dovuto all'essersi nel loro paese stabilito l'ordine degli Snusi: i costumi divennero migliori(28) e si smise l'antico uso, affermato da Erodoto fino a Barth(29), di cedere all'ospite la moglie; ne restarono peraltro diminuite la nativa benevolenza e cordialità di quegli abitanti, che divennero sospettosi e burberi. Nel 1843 riparò a Bengazi lo sceicco algerino Senusi el-Medgiahiri, che aveva dovuto lasciare la Mecca in causa di potenti nemici che si era fatti con l'austerità e rigidezza dei principii. A el-Beida fondò, ad ovest di Cirene, il primo zauia, nello stesso tempo monastero, moschea, scuola, ospedale, posto di guerra e centro di coltura.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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