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      Nondimeno si vedono in molti luoghi antiche traccie di acqua salata e le onde di sabbie erranti che si rincorrono sugli altipiani d'ovest, come i mosaici di ciottoli puliti e multicolori che coprono la superficie dei serir orientali, accennano ad una antica immersione del suolo(138). Il tutto insieme del Fezzan si compone, fra le sponde montagnose del circuito, di terrazze secondarie, il cui asse maggiore si dirige da ovest ad est. Esse separano crepacci in media di circa 50 metri di profondità. Codeste depressioni intermedie, strette e serpeggianti, sono chiamate «uadi» come i letti temporanei della Tripolitania del nord, sebbene in esse mai non si formi una corrente regolare. Sarebbe più proprio chiamarle hofra o «fossa», il qual nome porta la depressione di Murzuc, una di quelle. Alcuni di quei uadi sono vallee di sabbia o di nuda argilla, gli altri verdeggianti bassure ombrate da palmizî. Sebbene non formino una ramificazione di fiumi propriamente detta, in generale quelle fosse convergono le une verso le altre, ma non arrivano in un letto comune ad est del paese, giacchè sabbie e scogli ne interrompono ad oriente il corso incompiuto.
      Il versante meridionale del Giebel el-Soda e dell'Arudi Nero non ha che un debole declivio. Si prolunga a sud con contrafforti e le terrazze del serir Ben-Afien, formato da bassi altipiani coperti di pietre che rendono difficile il cammino. Bisogna percorrere 130 chilometri a sud della cresta del Soda per arrivare alla ripida costa al cui piè comincia il Fezzan propriamente detto.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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