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      Gli ultimi ulivi si vedono nell'uadi Otba ad ovest di Murzuc(150). Il tabacco, il cotone, l'indaco prosperano ne' giardini del Fezzan, ma la produzione è assai limitata. L'acacia, specialmente nell'uadi Lajâl, attorno l'oasi d'Ubari, dà una eccellente gomma, che, in mancanza d'altro, serve al Targui di cibo. Hanno maggiore importanza nell'economia domestica le piante di foraggio, la cedrangola, il trifoglio, il meliloto.
      Nel Fezzan il dattero è nella sua vera patria: secondo gli indigeni, il punto più propizio alla vegetazione di questa pianta è nella Hofra, e soprattutto nell'oasi al cui centro è Trâghen. In nessuna altra parte si vedono foreste più ricche di palme rigogliose, delle quali più di trecento specie si contano nel Fezzan e più di trenta nella sola oasi di Murzuc. Quelle nate naturalmente dai semi crescono in macchie ed i loro frutti sono abbandonati alle gazzelle(151). Nelle oasi, le palme sorgono a milioni; in quella di Murzuc, il Governo turco se ne è attribuito un milione, nè minor numero nelle altre. Si comprende benissimo di quanta utilità sia questa pianta meravigliosa per un paese tanto scarso di vegetali. Il frutto, il tronco, i rami, i tessuti, le fibre, la midolla, il succo, tutto, tutto è messo a profitto. I datteri ed i cereali sono per gli abitanti del Fezzan che rimangono in casa, il cibo prediletto; quelli nomadi non desiderano di meglio dei datteri e del latte di cammello. Ne mangiano anche gli animali domestici, e perfino il cane, sia come cibo principale o in sostituzione dell'ordinario.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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