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      Persino gli ingegneri che ripararono l'acquedotto, distrussero la più bella rovina che restasse del monumento fatto innalzare da Adriano e da Settimio Severo, coll'abbattere il ponte dell'ued Melian per far posare su quelle fondamenta il loro acquedotto moderno che si poteva far passare altrove senza maggiore spesa. Le rovine dell'acquedotto, come pure quelle dell'antica città romana d'Udna (Udina), servirono a costrurre mura, case ed i palazzi di Mohammedia, che ora sono abbandonati. Grandi megaliti sono sparsi intorno le rovine di Udina e le cisterne divennero case e stalle sotterranee. La portata media delle sorgenti messe a profitto fu nel 1885 di 7000 metri cubi al giorno, ma sarà presto aumentata della metà con nuove prese(337): si spera che la maggior portata giornaliera raggiungerà 17,000 metri, con una media fra 10,000 ed 11,000.
      Tunisi, capitale della Reggenza ed una tra le città più popolose del continente, non la cedeva al principio del secolo per numero di abitanti che ad una sola città d'Africa, al Cairo. Ora è superata da Alessandria e forse anche da Algeri, se si tien conto della popolazione totale dentro e fuori dei bastioni. Benchè per parecchi riguardi molto meglio posta che la capitale dell'Algeria, Tunisi fu da questa, se non superata, almeno eguagliata in causa dell'accentramento politico, militare, amministrativo, economico venutole dall'occupazione francese per più di mezzo secolo. Rispetto alle generali condizioni geografiche, Tunisi ha alcuni dei vantaggi di prima importanza che furono già di Cartagine; è posta in vicinanza della sporgenza angolare del Magreb, fra i due bacini del Mediterraneo, ed è pure presso lo sbocco della grande vallata della Megierda, la quale, colle sue numerose ramificazioni, penetra nel cuore delle montagne e degli altipiani della Mauritania; inoltre è fra le città che hanno clima salubre, grazie alla libera circolazione dei venti del nord.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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