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      A nord degli altipiani cretacei dello Mzab, il passaggio non avviene in modo brusco, giacchè è nascosto da concrezioni calcari; ma, mano mano che ci si avanza verso il sud, si vedono isolotti di roccie biancastre, sempre più frequenti, forare la crosta ondulata: sono le sporgenze dell'altipiano cretaceo che finisce con occupare tutto lo spazio formando una landa senza limiti visibili. Certi luoghi sono affatto coperti da superficie rocciosa, logora dalla sabbia in guisa che non vi attecchisce fil d'erba o lichene; in altri luoghi invece c'è un po' di terra vegetale nelle depressioni. La hamada raggiunge la sua maggior altitudine, 725 metri, dalla parte di ovest; ma è bruscamente tagliata da una parete di 100 a 200 metri di altezza(409), a piè della quale serpeggia il letto senz'acqua dell'ued Lua e si stendono, per quanto si può vedere, le alluvioni quaternarie confinanti a nord con le montagne del sud oranese, a sud con le sabbie mobili del gran mare delle dune. Codesta sponda dell'altipiano segna la linea di separazione fra i due versanti del Sahara che inclinano, uno verso l'Oceano col Niger, l'altro verso il Mediterraneo con l'Igharghar e la serie degli sciott. Ad incominciare dalla sponda, la hamada offre un pendìo regolare verso sud-est, ma è bizzarramente scavata in ogni verso da burroni, da valli strette e profonde ramificantisi a guisa di crepacci. A questa regione difficile a percorrere senza guide pratiche, si dà il nome di scebka o «Rete», come se il complesso delle vallate formasse un'immensa rete.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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