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      Alla vista delle chiuse si è tratti a pensare a quel periodo «lacustre» durante il quale considerevoli masse liquide occupavano tutti i bacini delle montagne; i punti bassi dove si riversava l'eccedente furono grado grado scavati e trasformati in letti fluviali troppo ampii per la odierna corrente. A sud degli altipiani si osserva un fenomeno analogo a quello che presenta il versante settentrionale, giacchè la maggior parte dei torrenti che discendono verso il Sahara nascono sulla fronte interna delle montagne della costa e raggiungono la regione delle oasi con una successione di gole.
      Il complesso del versante mediterraneo in Algeria può essere calcolato con approssimazione a 200,000 chilometri quadrati; giacchè tutto il resto della contrada è diviso in bacini chiusi, la cui acqua evapora in lagune salse, se non prima d'aver raggiunta la depressione centrale della cavità. D'altra parte, tutti i corsi d'acqua dell'Algeria sono asciutti per una gran parte dell'anno; il loro letto non offre nelle alte regioni che la nuda rupe e sponde di ciottoli, e nelle regioni basse, falde di sabbia dove il vento solleva, come sulle grandi strade, la polvere in vortici. Le riviere che durante la state conservano una debole corrente, sono sbarrate alla foce da un banco di sabbia solida, su cui passano pedoni e cavalieri. Nonostante gli ued non sono interamente aridi come sembrano, giacchè sotto il letto superficiale disseccato c'è il letto sotterraneo; le sabbie sono imbevute di acqua che scaturisce dal profondo, e dove scogli, dighe o terreni impermeabili sbarrino il corso sotterraneo delle acque, queste risalgono alla superficie formando un piccolo lago che supera l'ostacolo.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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