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      Tempo fa tutta la bassa pianura confinante a nord coi monti della costa d'Oran, la montagna dei Leoni e l'estremità occidentale del Dahra, era inondata. Resta ancora di codesto antico lago la grande scebka di Misserghin o d'Oran, strato di acqua salata di alcuni centimetri di spessore, ed altre cavità saline di minore importanza ed estensioni palustri, nelle quali alle minime piene si riversavano il Sig e l'Habra. Queste due riviere, che riunite sboccano nel golfo d'Arzeu col nome di Macta, nascono entrambe sull'altipiano medio dell'Algeria e discendono con bruschi giri nelle fessure trasversali delle montagne. Nei bacini dell'Habra e delle altre riviere, il loro tributo, grazie alla permeabilità del suolo, è molto meno incostante che non si crederebbe in un paese dove violenti acquazzoni succedono a lunghe siccità; in queste ultime resta però assai diminuito. Mentre l'Ardeche ha piene eccezionali di 5,000 a 10,000 metri cubi, l'Habra ha solamente, nelle sue più grandi inondazioni, un decimo della corrente del fiume francese, sebbene il suo bacino sia più esteso e riceva dalle pioggie una quantità quasi eguale d'acqua(413). Nell'Europa occidentale, il tributo medio delle riviere sta fra il quarto e la metà del volume delle pioggie; in Algeria, sul versante Mediterraneo, non sarebbe invece che la ventesima o la trentesima parte dell'umidità caduta. L'acqua delle riviere, carica di molecole argillose, è quasi sempre lenta e senza corrente, ed è così che i buoi stanno lunghe ore durante il giorno con i piedi in quelle acque melmose.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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