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      Il disseccamento graduale del suolo li ha fatti scomparire(433).
      Ma gli abitanti del Sahara hanno accettato sino dai tempi più antichi la lotta contro il clima e lavorano a «risuscitare la terra», a far rifiorire l'arido suolo. Quivi, prima che in Artois, si scavavano pozzi artesiani e si attribuisce la scoperta delle fontane spiccianti al mitico sovrano delle prime età, Du'l Kornein, il principe dalle «Due Corna», che la leggenda spesso confonde con Alessandro, divenuto figlio di Giove Ammone. Nei primi tempi Du'l Kornein forava le roccie con una trivella perchè scaturissero le nuove sorgenti, giacchè egli conosceva la «fontana della vita»; egli è immortale, «sempre verde» come l'oasi che fa nascere. Ma cotesto nume non più apparì agli uomini del deserto e l'opera sua non fu continuata che dai discendenti dei suoi primi discepoli, formanti la corporazione speciale dei ghethas o palombari. Con l'aiuto volontario e gratuito della tribù, i foratori di pozzi cercavano il luogo donde sembrasse loro potesse spicciar l'acqua e, fatto ardere un po' d'incenso ai geni del mare inferiore, foravano la vasca superficiale ed il pertugio cilindrico, dove si radunano le acque corrotte del sottosuolo. Fattisi poi calare per mezzo di corde di fibre di palma nel fondo del pozzo, riempivano il loro cestello di terra, di sabbia, di pezzi di roccia, secondo la natura del suolo, e sostenevano le pareti sgretolantisi con travicelli di palma; giungevano così ad una profondità di 50, 60 ed in alcuni pozzi persino di 75 metri, fino all'ultimo strato generalmente composto di pietra dura.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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