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      Se l'acqua che sentivano scorrere sotto i loro piedi usciva per qualche fessura laterale sopra il coperchio della roccia, potevano sul fatto rimaner inghiottiti; ma generalmente prevenivano il pericolo col farsi tirar su prontamente, dopo avere spezzato la pietra con un ultimo colpo di mazza o lasciando cadere dall'alto un grosso peso. Berbrugger afferma con sicurezza «di aver visto più d'una volta» i palombari saharini rimanere sott'acqua più di cinque minuti, due volte anzi li vide rimanervi cinque minuti e cinquantacinque secondi. Per questo lavoro i neri fontanieri del Sahara superano di molto i pescatori di perle di Bahrein, di Ceylan, di Panama; d'altra parte, bisogna tener conto della differenza di peso fra l'acqua dolce e la salata. I ghethas abbruciano canapa e si riscaldano fortemente con gran cura il corpo prima della discesa; si turano le orecchie con cotone impregnato di grasso di capra, e quando siano risaliti sono rinvolti in una coperta per riscaldarli; d'altra parte muoiono presto e quasi tutti tisici(434).
      I pozzi artesiani fatti dai foratori indigeni non duravano molto, alcuni «morivano» dopo cinque anni; altri duravano persino ottanta od un secolo, ma bisognava ristaurarli spesso e talora fare un nuovo foro in causa dei guasti del tavolato, della caduta delle pareti, del mescolamento delle acque vive con quelle corrotte. La scienza modificò il sistema insegnato dal principe delle «Due Corna», e dal 1856 le trivelle ed altri arnesi europei furono sostituiti ai palombari, tranne che nella regione sottoposta ai marabutti di Temacin, dove i ghethas continuano a lavorare per una tenue retribuzione, ma sostenuti dalla speranza di godere le gioie del paradiso(435). L'ingegnere Jus, senza discendere in pozzi forati, potè toccare a 60 metri di profondità il Bhar Tahtani o «mare Inferiore», che scorre sotto l'arido letto dell'ued Righ, e gli abitanti dell'oasi di Tamerna, a nord di Tugurt, videro con piacevole stupore sorgere un vivo getto d'acqua, di 67 litri il secondo, che formò subito un ruscello traverso la sabbia.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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