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      Gli abitanti di La Calle più volte sarebbero corsi rischio di morire di fame, se non avessero avuto una strabocchevole quantità di pesci, che si trovano nelle acque di codesta città non ricongiunta con le altre città dell'Africa settentrionale che dalla strada di Bona, la quale in alcuni punti è assai difficile ad esser percorsa. Saremmo tentati di credere che il nome di La Calle fosse dato all'antica Mers el-Kherraz degli Arabi, in causa della forma del suo porto, simile ad una «cala» o bacino di carenaggio; forse il nome è derivato da Kalaa o «Castello». Il porto di codesta fortezza fu a lungo un nido di corsari; ma quasi un secolo e mezzo prima della conquista dell'Algeria il luogo, penisola rocciosa, dove s'innalza la borgata primitiva, divenne terra francese. Fin dal 1560 alcuni negozianti di Marsiglia, costituendo la Compagnia d'Africa, avevano stabilito il «Bastione di Francia» non lungi dal canale che versa nel mare il superfluo del lago Melah, ed i marinai provenzali, addetti a codesta impresa, pescavano il corallo nelle coste vicine. Nel 1694 lo stabilimento fu trasferito a Mers el-Kherraz, divenuto il porto di La Calle, ed una piccola colonia di «galeotti», tolti generalmente dalle prigioni di Francia, si mantenne sino alla fine del diciottesimo secolo su quello scoglio d'Africa: in quella stazione non potevano assolutamente entrar donne(521). Durante la guerra dell'Impero, gl'Inglesi comperarono dagli indigeni il banco di La Calle, ma nel 1816 lo restituirono ai Francesi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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