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      Notevoli rovine che rimangono sullo scoglio della città e nei luoghi circostanti attestano l'importanza della capitale della Numidia, che era il centro del dominio romano in tutta l'Africa settentrionale. Ma una città così forte doveva essere desiderata da tutti i conquistatori, giacchè nessuna guerra era decisiva finchè la prima fortezza non fosse conquistata. Secondo la tradizione, Costantina sarebbe stata presa ottanta volte: non sono usciti di memoria i due ultimi assedi del 1836 e del 1837. Il primo, che era stato intrapreso sul cominciare dell'inverno, finì con una ritirata disastrosa, e il secondo con un assalto trionfale. Già ormai i Francesi avevano un solido punto di appoggio nell'interno del Tell orientale, e quindi tutte le rivolte locali divenivano inutili per mancanza d'un centro di resistenza. Ahmed bey, pascià di Costantina, rifugiatosi dopo la perdita della capitale nel giebel Aures, tentò di darsi alla campagna, ma, circondato da ogni parte, dovette nel 1848 sottomettersi.
      La città propriamente detta sta sopra uno scaglione di roccia dolcemente inclinato, di cui il promontorio a settentrione s'innalza a 640 metri, mentre la punta meridionale è 110 metri più bassa. Il complesso di questa terrazza forma un trapezio assai regolare con un perimetro di 3 chilometri circa e con i quattro lati a sud-est, a nord-est, a nord-ovest e a sud-ovest. I due primi sono tagliati a picco sopra del Rummel; pure a picco è in gran parte quello a nord-ovest; solo quello a sud-ovest è attaccato al resto dell'altipiano da un istmo di circa 300 metri di larghezza, dal quale i soldati francesi trassero nel 1837 profitto per istabilirvi le batterie d'assedio e dare l'assalto.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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