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      In certi giorni dell'anno si compiono processioni in onore dell'antica dêa, la «Fidanzata delle acque», rappresentata da una pupattola: sono precisamente le «Rogazioni», che, col succedersi delle età, passarono in tre culti successivi(591). Si può chiedere se i vasi cabili a due anse, sui quali stanno pitture nere o rosse assai stimate dagli intenditori, non siano rappresentazioni della dêa Tanit: questi vasi hanno una forma simile a quella degli idoli.
      I discendenti degli Arabi, che convertirono la Cabilia, dimorano ancora in questa senza essersi confusi con l'altra gente: sono famiglie «marabuttiche», talvolta abbastanza numerose per formare veri clans. Tutti i marabutti del Giurgiura si dicono venuti dall'ovest, anzi alcuni nomi locali farebbero ritenere che vi sieno fra i Cabili parecchi Mori andalusi(592). I marabutti sono da tutti rispettati e presiedono ai giuramenti; nondimeno la gente non se ne fida, e si guarda bene dal lasciar loro prendere il sopravvento nei diritti della comunità. Sono loro assegnati villaggi speciali, generalmente situati sotto quelli della tribù, in guisa che la libertà di questa non ha nulla da temere. I marabutti dànno consigli, insegnano ai fanciulli a recitare i versetti del Corano, ma non è loro permesso di citare un passo del libro santo nelle assemblee, giacchè queste non riconoscono che i kanun. Mantenuti in parte da volontarie offerte ed impediti dalla loro dignità di toccare alcun istrumento di ferro(593), i marabutti si dànno di frequente all'ignavia, sicchè i loro villaggi, anche quelli circondati dalle terre più fertili, sono ammassi di topaie diroccate.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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