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      A nord-ovest, all'uscita di Bab el-Ued, la «Porta del Ruscello», si succedono parecchi sobborghi interrotti da cimiteri fino alla interminabile contrada di Sant'Eugenio; a sud sono una continuazione della città le contrade dell'Agà, di Mustafà, di Belcourt, fuori della porta di Bab-Azun, dove si appendevano, vivi o morti, i condannati. Poco dopo pare che la città finisca in un campo militare ed in un pubblico giardino, ma di là ricominciano le fila di case. L'area dei tre comuni di Algeri, Sant'Eugenio e Mustafà ha, complessivamente, una lunghezza di circa 10 chilometri, ma la città, chiusa come è fra la collina ed il mare, in alcuni luoghi non è più larga di 200 metri. Si capisce benissimo come in tale città le vie maestre siano quasi parallele alla spiaggia e vi siano qua e là piazze donde si discende in riva al mare.
      La principale, detta «piazza del Governo» è rimasta, non ostante l'ingrandimento della città, il centro del movimento di Algeri, come fu in principio dell'occupazione quando si abbattè un intiero quartiere dell'antica el-Giezair per comodo delle truppe. All'angolo della piazza sorge la moschea «nuova», sul cui minareto è l'orologio della città. Poco distante seguono tosto il mercato principale, la grande moschea, la cattedrale, il palazzo del Governo, lo stato maggiore, il Municipio, e la maggior parte degli uffici del comando e dell'amministrazione. Quivi fan capo le maggiori contrade e gli scali più frequentati del porto; di qui partono quasi tutte le vetture per i dintorni d'Algeri e le città dell'interno.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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