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      Si possono citare, ad esempio, gli Abd-en-Nur che vivono ne' piani di Setif. Fu accuratamente studiato dopo il 1859 nei possedimenti della Compagnia Ginevrina il movimento della popolazione locale: ogni anno furono regolarmente maggiori le nascite(723). È dunque certo che l'elemento detto «indigeno» supererà ancora per molto tempo per numero, benchè fuori dei paesi cabili, non cresca con la rapidità con cui cresce l'elemento straniero. Si può calcolare che nel 1885 il numero degli Arabi e dei Berberi algerini fosse sei volte maggiore degli immigranti europei e de' loro bambini. Da soli, i Berberi formano probabilmente la metà della popolazione; di più sono anche in parte aumentati dall'immigrazione, giacchè i Marocchini che si recano in Algeria in cerca di lavoro, sono la maggior parte di razza cabila o scellaha. Incrociandosi con gli indigeni, anche i negri contribuiscono a fortificare l'elemento berbero, perchè prendono principalmente stanza nei ksur saharini, in mezzo ai Ruagha, con cui hanno comune la vita sedentaria e quindi si abituano a poco a poco agli stessi usi e si mescolano con loro. Dacchè cessò l'importazione degli schiavi, i negri diminuirono in Algeria, sia per le unioni fra razza e razza, sia per l'eccesso dei morti; giacchè fuori del versante saharino il clima dell'Algeria fu loro sempre funesto fino a' nostri giorni. È forse vero, come fu spesso detto, che la razza negra cesserebbe in Algeria alla terza o quarta generazione?(724) Da nessuna seria statistica tale opinione fu confermata.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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