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      L'eccedenza de' morti era tanto grande che dagli igienisti(726) si riteneva che gli Europei non si sarebbero assuefatti al clima dell'Algeria(727): si credeva che il clima della Berberia uccidesse, come si dice ora di quello d'Egitto, i bambini di razza europea, e si spingeva la cosa sino ad asserire che nessuna famiglia straniera aveva oltrepassata la prima generazione. Però sin dai primi anni della conquista le iscrizioni nei cimiteri romani della provincia di Costantina avevano mostrato agli archeologi quanto numerose fossero, duemila anni fa, le lunghe vite de' coloni e delle famiglie loro(728).
      I fatti smentirono la teoria che negava poter l'europeo viver colà, giacchè dopo un periodo di alcuni anni, durante i quali il numero de' nati fu quasi uguale a quello de' morti, dopo il 1865 quello de' primi fu sempre superiore, anzi sull'aumento annuo della popolazione Europea un quinto circa è dovuto all'eccedenza delle nascite. I matrimoni degli Europei d'Algeria sono in proporzione più numerosi che non siano nella rispettiva madre patria; la fecondità è maggiore che in Europa e minore la mortalità(729). In alcuni anni eccezionali, le nascite superarono d'un terzo le morti, sebbene la decima parte degli Europei sono soldati, scapoli la massima parte, e moltissimo soggetti a morte(730). Il fatto però che lo stato civile non tiene calcolo separato degli Ebrei e degli Europei aumenta il numero delle nascite, giacchè, come appare dalle note demografiche, i primi sono anche in Europa più prolifici delle altre genti(731).


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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