Sebbene «Francese», la maggioranza degli Ebrei indigeni è ancora ritenuta come una nazione distinta; nondimeno l'assimilazione che si iniziò da principio si va compiendo grado grado mediante le mode, i costumi, la lingua e le idee; perciò la seconda generazione dei naturalizzati indica una notevole evoluzione, sicchè non si può interamente ascrivere ad errore il fatto che nella maggior parte dei registri municipali non c'è distinzione fra i fanciulli dei Francesi e quelli degli Israeliti. Quanto agli Arabi musulmani, essi non potrebbero chiedere la naturalizzazione che in circostanze eccezionali e lasciando da parte le prescrizioni del Corano, giacchè la loro legge si confonde con la loro religione: la domanda di naturalizzazione è da essi tenuta come una specie di apostasia. Non così i Cabili, per cui la giurisprudenza è affatto disgiunta dal Corano: intere tribù richiesero la naturalizzazione, e se non fossero alcune formalità amministrative e l'ostilità di alcuni funzionarî, il mezzo milione di abitanti della Grande Cabilia chiederebbe volentieri di essere ammesso nella società francese. D'altra parte, se alcuni indigeni entrano come concittadini tra le genti civili, molti più Francesi che non parrebbe, diventano Arabi o Cabili. I primi datisi all'Islam diventano la maggior parte Marabutti e vivono lautamente delle offerte dei fedeli, gli altri, vestiti più semplicemente degli altri Cabili, lavorano come questi e deliberano in loro compagnia nelle pubbliche assemblee. Nella provincia di Orano, molti Spagnuoli hanno in moglie donne arabe, senza che il matrimonio abbia avuto la sanzione delle autorità francesi.