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      È vero che non si può affermare che il diboscamento abbia fatto diminuire la proporzione delle pioggie annuali, ma è certo che la distruzione delle foreste lascia che l'acqua piovana sfugga più rapidamente lunghesso le chine e nelle fessure, e che la natura del terreno dell'Algeria favorisce, più che in tutti gli altri paesi del Mediterraneo, tali conseguenze funeste. Nel Tell, il calcare si estende moltissimo, e dovunque la superficie è diboscata, il terreno vegetale sparisce ed appare la nuda pietra; nuda è l'ossatura de' monti. D'altra parte i terreni sono composti di terre senza coesione; il suolo, non più ritenuto dall'intreccio delle radici, è corroso, vi si approfondiscono burroni, e si riversa in ondate pantanose sulle coltivazioni del piano; i pendìi perdono a poco a poco le zolle e lo strato di terreno vegetale; le sorgenti, non più alimentate dal lento distillare di goccie traverso il suolo erboso, inaridiscono in pochi anni; l'irrigazione diventa impossibile, i campi sono abbandonati, e talora alle stesse città vengono meno le sorgenti ed i pozzi: perciò si dovettero stabilire condotti d'acqua per la città di Saint-Denis del Sig, che pure si trova sulle rive di un «fiume»(743). Nella storia contemporanea dell'Algeria si hanno già numerosissimi esempi di fontane che disseccarono di valli che ora non sono più che argilla e roccie(744), mentre poco tempo fa erano verdeggianti. Così per un concatenamento di cause ed effetti, l'intero diboscamento del suolo avrebbe per conseguenza fatale la distruzione delle coltivazioni e lo spopolamento del paese.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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