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      Codesti cumuli pare siano stati deposti da immense estensioni di ghiaccio, che coprivano i fianchi dei monti: i cumuli poi ritirandosi lasciarono fra la grande catena e le colline formate dalle morene una larga depressione, una specie di incavo che indica i cambiamenti di clima ivi avvenuti(832). Avrebbero analoga origine le ondulazioni del terreno che si succedono come onde marine ad est dell'Atlante sui grandi altipiani oranesi che si prolungano sull'asse del sistema orografico. Tiene una parte dell'altipiano uno sciott con alcuni affluenti temporarî: è la sebka di Tigri, seminata di gur o baratri d'argilla rossastra. Esso non forma un solo bacino, ma si divide in molte depressioni secondarie dell'altitudine di 1,119 a 1,137 metri, che l'inverno si riempiono di acqua nelle parti inferiori(833).
      C'è gran differenza fra i due versanti dell'Atlante. Il lato rivolto verso i venti piovosi dell'Atlantico è qua e là verdeggiante; è pure in certi luoghi, specialmente verso l'estremità settentrionale, coperto di ammirabili foreste, sebbene i pastori sogliano, sì nel Marocco che nel resto del Maghreb, appiccare il fuoco ai boschi e alle macchie per rinnovare i pascoli. Ma la parte rivolta al deserto, la quale è quasi dovunque più dirupata del versante opposto(834), è tutta una nuda roccia quasi fosse bruciata dall'arido soffio che vi sale dalle sabbie. Nondimeno i declivi meridionali dell'Atlante sono quasi dovunque protetti contro i venti secchi del Sahara da una catena parallela che serve, per così dire, di parafuoco.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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