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      La grande trasformazione geologica delle solide roccie in mobili dune avviene interamente per effetto di agenti meteorici. Quando le lastre di pietra degli altipiani, le quali sono facili a rompersi, hanno una fessura per cui penetra l'aria esterna, comincia il lavoro di disgregazione: dolomiti, pietre gessose o gres diventano friabili e si cangiano grado grado in sabbia o polvere; la superficie della roccia a poco a poco si corrode, rimanendo qua e là noccioli più resistenti, che sorgono in piramidi o in pilastri in mezzo alle sabbie; i filari di pietre sono uno dopo l'altro triturati, sminuzzati dal vento; qua e là sorge sui pendii qualche cornice che il tempo non ha ancora consumata(1016). Nella stessa guisa è intaccata la terra argillosa: si vedono tamarindi ed altri arbusti circondare con le loro radici rialzi di terra, che senza di esse sarebbero stati disciolti, giacchè intorno il suolo è avvallato. Tutti codesti avanzi non restano, quando siano disgregati, al loro posto, giacchè si separano. Le particelle tenui, quali argilla, gesso, calcare, silice, la polvere in genere, portate via dal vento, contribuiscono a formare nelle bassure i depositi argillosi che somigliano alle «terre gialle» della Cina, ma che, non ricevendo in abbondanza pioggie feconde, non possono fornire cereali per nutrimento di milioni di uomini. Rimangono a posto i grossi avanzi, troppo pesanti per essere trasportati dal vento, i quali formano quelle specie di selciati che si incontrano in parecchi luoghi del Sahara.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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