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      I nobili ed i ricchi portano generalmente il velo nero; gli uomini di condizione inferiore, dove generalmente domina il sangue negro, preferiscono il bianco; in tal guisa, secondo gli Arabi, la nazione si divide in due classi, i «Neri» ed i «Bianchi», e codesta distinzione è precisamente contraria a quella che si dovrebbe fare secondo il colorito. Le donne non si velano la faccia se non dinanzi ad uno straniero come segno di rispetto. I Tuareg del nord si radono i capelli come gli Arabi, conservando una specie di cresta dalla fronte alla nuca, che sostiene la roba del velo e lascia circolare l'aria intorno alla testa. Arrivati all'età di portar l'armi, gli uomini si passano nel braccio destro un anello di serpentina verde, per dare, a detta loro, maggior forza al bicipite nell'assestare un colpo di spada; inoltre i Targui portano sempre all'avambraccio sinistro un lungo pugnale fissato con un braccialetto di cuoio. Lancia e spada sono le armi ordinarie; ora adoperano anche il fucile «l'arma del tradimento». Essi non si tatuano il viso, ma si tingono in azzurro le mani, le braccia ed il volto; il rimanente della persona è pure ricoperto di azzurro, perchè tale è il colore del panciotto e dei calzoni, il qual costume si avvicina a quello degli antichi Galli. D'altra parte le donne si dipingono in giallo con l'ocra; così i Tuareg sembrano azzurri e le loro donne gialle, quantunque bianchi in natura. Nessuno di loro si lava, giacchè si ritiene che l'acqua renda più sensibile la pelle ai cambiamenti della temperatura; le abluzioni prescritte si fanno pro forma con sabbia o ciottoli.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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