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      Spesso è ammessa a discutere nei consigli della tribù e talvolta assume l'ufficio di sceicco, godendo allora gli onori di capo e di donna. Le donne tuareg, contro i precetti del Corano, non riconoscono la poligamia, nè c'è esempio di guerriero che abbia menato insieme due mogli. È permesso il divorzio, ma la nuova moglie non può entrare in casa del marito prima che l'altra non sia stata convenevolmente allogata. I matrimoni non sono mai precoci come tra gli Arabi, anzi, quando una donna targui va a marito, il che generalmente avviene sui vent'anni, è già padrona di sè in guisa da saper far rispettare i suoi diritti. Essa può liberamente, come il marito, montare a cavallo del mehari e traversare il deserto per recarsi a visitare parenti od amici; ma fa uso assai di rado di tutta la sua libertà, perchè, secondo l'espressione del signor Duveyrier, la donna targui «che ci tiene moltissimo a' suoi diritti, è altrettanto ligia ai suoi doveri»; sembra però che nei dintorni di Rhat avvengano infanticidi in causa di gravidanze illecite. Del resto, l'uso non vieta alle donne dei Tuareg di avere, come le castellane del Medio Evo, cavalieri serventi ad onor de' quali esse ricamano veli e compongono versi. Nelle feste serali cantano accompagnandosi col tamburo o tobol e con la rebaza, specie di violone; ed offrono il posto d'onore ai loro prediletti senza che alcuno osi biasimare la loro scelta. Le donne degli Imanan, dette le «Reali», sono tra i Tuareg le più celebri per ingegno musicale, per grazia e facoltà di improvvisar versi; perciò gli uomini accorrono alle loro serate da centinaia di miglia all'intorno, abbigliati delle migliori vesti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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