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      Tre missionari cattolici, che nel 1876 seguirono la stessa strada, furono uccisi prima di toccare il Tuat.
      Le difficoltà materiali per raggiungere il Tuat o le «Oasi», sono relativamente piccole; da el-Golea a Timimun nel Gurara non si ha che da seguire, tra le regioni delle grandi dune e la costa perpendicolare occidentale dell'altipiano cretaceo, la depressione dell'ued Meguiden, che è occupato dalle alluvioni quaternarie della formazione «saharina». Anche quando si passa direttamente per gli altipiani per recarsi da el-Golea a Tidikelt, si incontrano tratto tratto alcuni dhaya, pozzi e pascoli; la prima giornata non ci sono dune da traversare, a sud d'el-Golea che per una lunghezza di quattro chilometri: le hamada senza vegetazione e le causse africane sono piantate di segnali che indicano la direzione; per gran tratto del Megiebel o cammino regolare delle carovane furono tolte le pietre per una larghezza da otto a dieci metri ed ammonticchiate tutte, grandi e piccole, a destra e a sinistra in guisa da formare due grosse mura. Tale immenso lavoro continua da tempo immemorabile; gli Sciaamba lo attribuiscono ad un personaggio leggendario, chiamato Ben-Buur, che viveva in un tempo in cui il Tuat non era ancora abitato(1056).
      I prodotti del Tuat non differenziano in nulla da quelli delle altre contrade del Sahara centrale, della stessa altitudine e clima. Le palme sono l'albero per eccellenza di codeste oasi, come in quelle del Marocco e della Berberia orientale, ma tranne alcune varietà danno datteri inferiori a quelli del Suf e del Tafilelt.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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