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      Laonde ancorché io con più fervore di animo che con altezza d'ingegno seguitati abbia gli studi della filosofia, nientedimeno ho posta sempre ogni possibile pena ed ogni sollecitudine in far sì che gli occhi miei corporali in particolare si soddisfacciano bene, prima per mezzo di accurate e continue esperienze, e poi somministrino all'estimazione della mente materia di filosofare. Per questa via, quantunque per avventura al perfetto conoscimento di niuna cosa io sia arrivato, con tutto ciò son pervenuto tant'oltre che m'avveggio e so che di molte cose, le quali io mi dava intendere di sapere, ne sono del tutto ignorante: e se talvolta scuopro evidentemente qualche menzogna, o dagli antichi scritta o da' moderni creduta, ne sto così dubbioso ed irresoluto ch'appena m'ardisco farne motto senza l'amichevole consiglio di saggi e prudenti amici. Che perciò, avendo ora di fresco fatte molte esperienze, e molte intorno al nascimento di que' viventi che infino al dì d'oggi da tutte le scuole sono stati creduti nascere a caso e per propria loro virtude, senza paterno seme, non fidandomi di me medesimo e volendo pur ad altrui conferirle, m'è venuto in mente di ricorrere a voi, o Signor Carlo, che per vostra mercé m'avete dato luogo tra' vostri più cari amici; a voi, dico, in cui tutti gli uomini dotti veggon risplendere un sovrano sapere dalla filosofia fatto robusto, e da varia erudizione così nobilmente adornato che, pregiandosene la nostra Toscana, non invidia i Varroni al Lazio ed i Plutarchi alla Grecia.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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